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Industria 4.0 di cosa si tratta

L’industria 4.0, nota anche come quarta rivoluzione industriale, è da alcuni anni una realtà al centro della trasformazione economica del nostro paese. Era inevitabile a seguito dei grandi passi avanti fatti in campo tecnologico, assistere ad una vera e propria rivoluzione, che ha determinato un nuovo modo di fare impresa.

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Photo: Shutterstock

L’industria 4.0, nota anche come quarta rivoluzione industriale, è da alcuni anni una realtà al centro della trasformazione economica del nostro paese. Era inevitabile a seguito dei grandi passi avanti fatti in campo tecnologico, assistere ad una vera e propria rivoluzione, che ha determinato un nuovo modo di fare impresa.

In Italia l’industria 4.0 ha conosciuto un grande progresso negli ultimi tempi, proprio a seguito della pandemia, che ha costretto sempre più imprese, a ricorrere ad attività automatizzate e a mettere in campo nuove tecnologie.

Definizione ed origine del termine

Per industria 4.0 si indica la tendenza a connettere elementi fisici e digitali, a prediligere sistemi automatizzati che integrano alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, di produttività e di qualità della produzione.

Il termine industria 4.0 fu utilizzato per le prima volta nel 2011 alla fiera di Hannover, in Germania. Da cui è partito un gruppo di lavoro che ha poi, nel 2012, presentato una serie di raccomandazioni al Governo Tedesco per implementare le misure del piano industriale del paese. In Italia il termine è apparso ufficialmente solo nel 2016, anno in cui è stato varato un programma, che prende il nome di Piano Nazionale Industriale 4.0 2017-2020, volto ad incentivare gli investimenti in questo settore emergente.

Le nuove tecnologie

La quarta rivoluzione industriale si incentra sull’utilizzo di nuove tecnologie abilitanti. Queste nuove tecnologie hanno un impatto sull’utilizzo dei dati, aumentano la potenza di calcolo e la connettività.

Implementano la capacità di analisi e la raccolta dei dati, migliorano l’interazione tra uomo e macchina con l’utilizzo sempre più diffuso della realtà virtuale. Facilitano il passaggio dal virtuale al reale, che prevede ad esempio l’utilizzo della stampate 3D.

Secondo il Piano Nazionale Industriale 4.0 le nuove tecnologie abilitanti, che rientrano nella quarta rivoluzione industriale sono i seguenti:- Robot collaborativi;

  • Manifattura additiva;
  • Realtà aumentata;
  • Simulazione;
  • Integrazione digitali;
  • Cloud;
  • Big Data;
  • Cybersecurity;

L’impatto sul lavoro

La quarta rivoluzione industriale porterà con sè anche un profondo cambiamento nel mondo del lavoro.Infatti, andando incontro ad un modo di fare impresa incentrato sull’automazione, questo comporterà sicuramente la perdita di alcuni posti di lavoro. Nell’industria 4.0 la figura dell’operaio generico che svolge attività manuali e ripetitive è destinato a scomparire, per essere sostituito da un operaio altamente specializzato in grado di interfacciarsi con le macchine più complesse. Se da un lato alcune figure lavorative andranno perdute, dall’altro assisteremo alla nascita di nuove figure specializzate e con competenze digitali.

Industria 4.0 incentivi

Con la Legge di Bilancio 2021 e il Piano Transazione 4.0, gli incentivi già attivi nel 2020 sono stati prorogati anche per tutto il 2021. Il piano prevede degli incentivi per quelle imprese che investono in attività che favoriscono il processo di trasformazione tecnologica in chiave industria 4.0.

Il credito di imposta viene riconosciuto a tutte quelle imprese che:

  •  effettuano investimenti in beni strumentali;
  • effettuano investimenti in ricerca e sviluppo per l’innovazione tecnologica;
  • effettuano investimenti nella formazione;

Nelle agevolazioni rientrano anche gli acquisti di beni immateriali, che abbiamo come obiettivo la trasformazione tecnologica sempre in ottica di industria 4.0.

Per il credito di imposta sono previste tre aliquote differenti, il 50% degli investimenti fino ad un massimo di 2,5 milioni; 30% oltre i 2,5 milioni fino a 10 milioni; 10% degli investimenti tra i 10 ed i 20 milioni.

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